Riserva naturale di Montenero
Situata sulle colline dell’Alta Valdera, tra Volterra e San Gimignano, la Riserva si estende sulle pendici settentrionali di Monte Nero (508 m), modesto, ma impervio rilievo posto alle spalle della famosa Villa di Ulignano. Si apre come un’improvvisa isola boscata con squarci di ambienti rupestri fra le vaste aree agricole delle morbide colline circostanti, tipiche del paesaggio toscano: la zona è riconosciuta dall’Europa come Zona Speciale di Conservazione.
Nonostante la sua ridotta estensione (circa 69 ha) la visita alla riserva permette in poco tempo e spazio di osservare alcuni dei più caratteristici ambienti del paesaggio del territorio delle Riserve Naturali.
Dai boschi sempreverdi – dominati dal leccio – ai rimboschimenti di conifere, dai peculiari ambienti legati all’affiorare delle rocce di lava basaltica, alle limpide acque del Torrente Strolla, che ha profondamente inciso il rilievo, disegnando una suggestiva e spettacolare forra con cascatelle e pozze d’acqua, si susseguono paesaggi di grande fascino.
Ungulati e rapaci vivono indisturbati, comparendo improvvisi nel cielo o nella macchia. Inattesi e sorprendenti, nella valle dello Strolla, si trovano i resti di un’antica pieve, detta della Nera, dedicata a S. Giovanni Battista, posta su una diramazione dell’antica Via Salaiola che si ricollega con la Via Francigena; poco lontano, quelli di un castello medievale abbarbicato su un altipiano calcareo.
Tante sorprese, in questo angolo sperduto di Toscana, tutte da scoprire grazie ad un sentiero ad anello che attraversa tutta la Riserva, regalandoci un piccolo mosaico di ambienti diversi da visitare in ogni stagione dell’anno, impreziosito da importanti testimonianze storiche e architettoniche, un tuffo di natura e bellezza a due passi da Volterra.
Situata sulle colline dell’Alta Valdera, tra Volterra e San Gimignano, la Riserva si estende sulle pendici settentrionali di Monte Nero (508 m), modesto, ma impervio rilievo posto alle spalle della famosa Villa di Ulignano. Si apre come un’improvvisa isola boscata con squarci di ambienti rupestri fra le vaste aree agricole delle morbide colline circostanti, tipiche del paesaggio toscano: la zona è riconosciuta dall’Europa come Zona Speciale di Conservazione.
Nonostante la sua ridotta estensione (circa 69 ha) la visita alla riserva permette in poco tempo e spazio di osservare alcuni dei più caratteristici ambienti del paesaggio del territorio delle Riserve Naturali.
Dai boschi sempreverdi – dominati dal leccio – ai rimboschimenti di conifere, dai peculiari ambienti legati all’affiorare delle rocce di lava basaltica, alle limpide acque del Torrente Strolla, che ha profondamente inciso il rilievo, disegnando una suggestiva e spettacolare forra con cascatelle e pozze d’acqua, si susseguono paesaggi di grande fascino.
Ungulati e rapaci vivono indisturbati, comparendo improvvisi nel cielo o nella macchia. Inattesi e sorprendenti, nella valle dello Strolla, si trovano i resti di un’antica pieve, detta della Nera, dedicata a S. Giovanni Battista, posta su una diramazione dell’antica Via Salaiola che si ricollega con la Via Francigena; poco lontano, quelli di un castello medievale abbarbicato su un altipiano calcareo.
Tante sorprese, in questo angolo sperduto di Toscana, tutte da scoprire grazie ad un sentiero ad anello che attraversa tutta la Riserva, regalandoci un piccolo mosaico di ambienti diversi da visitare in ogni stagione dell’anno, impreziosito da importanti testimonianze storiche e architettoniche, un tuffo di natura e bellezza a due passi da Volterra.
I percorsi della Riserva Naturale Montenero
1 - Francigena-Mare 04 Variante bici Montenero
2 - Francigena-Mare 01 San Gimignano – Volterra
Boschi e habitat legati all’affiorare delle rocce costituiscono i due aspetti più tipici della vegetazione della Riserva. Le rocce ofiolitiche (basalti) condizionano l’ecologia ed il paesaggio dell’area; da queste rocce derivano terreni poveri e molto ostili alle piante con la presenza però di specie rare ed esclusive di questi suoli (le serpentinofite) e pregiate fioriture primaverili. Anche nei prati sono presenti specie di notevole interesse, quali Zafferano etrusco (Crocus etruscus), Giglio di San Giovanni (Lilium croceum), Campanula toscana (Campanula medium) e numerosissime orchidee.
In primavera affacciandosi dallo straordinario sperone roccioso, detto il “dente del Montenero” sarà possibile osservare la diffusa fioritura di maggiociondolo che punteggia di giallo le boscaglie rupestri dominanti la valle del Torrente Strolla.
I boschi sono costituiti da formazioni a dominanza di leccio, e secondariamente di acero minore, orniello, sorbo domestico e ciavardello, che nei versanti settentrionali si trasformano in leccete umide miste con carpino nero e con ricco sottobosco di felci. Le zone calde e con suolo affiorante ospitano macchie dominate dalla presenza di piante mediterranee come filliree, lentisco, mirto, corbezzolo, cisti ed eriche.
Boschi e habitat legati all’affiorare delle rocce costituiscono i due aspetti più tipici della vegetazione della Riserva. Le rocce ofiolitiche (basalti) condizionano l’ecologia ed il paesaggio dell’area; da queste rocce derivano terreni poveri e molto ostili alle piante con la presenza però di specie rare ed esclusive di questi suoli (le serpentinofite) e pregiate fioriture primaverili. Anche nei prati sono presenti specie di notevole interesse, quali Zafferano etrusco (Crocus etruscus), Giglio di San Giovanni (Lilium croceum), Campanula toscana (Campanula medium) e numerosissime orchidee.
In primavera affacciandosi dallo straordinario sperone roccioso, detto il “dente del Montenero” sarà possibile osservare la diffusa fioritura di maggiociondolo che punteggia di giallo le boscaglie rupestri dominanti la valle del Torrente Strolla.
I boschi sono costituiti da formazioni a dominanza di leccio, e secondariamente di acero minore, orniello, sorbo domestico e ciavardello, che nei versanti settentrionali si trasformano in leccete umide miste con carpino nero e con ricco sottobosco di felci. Le zone calde e con suolo affiorante ospitano macchie dominate dalla presenza di piante mediterranee come filliree, lentisco, mirto, corbezzolo, cisti ed eriche.
I percorsi della Riserva Naturale Montenero
1 - Francigena-Mare 04 Variante bici Montenero
2 - Francigena-Mare 01 San Gimignano – Volterra
Questa piccola riserva al confine tra il paesaggio agricolo della Val d’Era e le vaste foreste della Val di Cecina costituisce un vero gioiello di biodiversità vegetale ed animale da toccare con mano percorrendo un sentiero che gira tutto intorno a Montenero e che ne esplora gli angoli più nascosti. Con il dovuto rispetto per la quiete di questi luoghi ed habitat, è possibile avere incontri sia con la fauna tipica dell’ambiente boschivo sia con quella più legata agli ambienti agricoli, coltivati soprattutto a cereali e olivo. Tra i mammiferi degli ambienti forestali oltre al cinghiale sono diffusi l’istrice, la martora e lo scoiattolo; il capriolo frequenta invece zone più arbustive al margine del bosco mentre numerose sono le specie di uccelli, come colombaccio, fringuello, picchio rosso maggiore, rampichino e fiorrancino che trovano nei boschi l’habitat ideale.
Ai confini della riserva sono presenti invece specie di uccelli della cosiddetta “steppa cerealicola”, ovvero dei campi a cereali, come allodola, cappellaccia, averla piccola e averla capirossa.
Molte sono le specie che vivono per esigenze alimentari nelle zone di confine tra i boschi e i coltivi; qui è più probabile scorgere la maggior parte degli animali, tra questi anche i carnivori, come volpe, tasso, faina e puzzola.
È consigliato sostare nei tanti punti panoramici e buttare gli occhi verso l’alto, osservare il volo dei rapaci, soprattutto quelli diurni, come biancone, pecchiaiolo, gheppio, poiana e, talvolta, pellegrino; presenti anche rapaci notturni come allocco, assiolo, civetta e barbagianni.
A differenza di quanto accade nei grandi boschi, in questa piccola area protetta, l’osservazione della fauna è relativamente agevole grazie al suo variegato mosaico ambientale e alla densità delle specie presenti. Oltre a specie più vistose come mammiferi e uccelli, sono da segnalare anche numerosi rettili quali le lucertole, campestre e muraiola, il ramarro, la vipera, il biacco e il saettone. Si tratta di specie favorite dalla presenza di ambienti rupestri con rocce ben esposte, ove i rettili, animali a sangue freddo, possono agevolmente riscaldarsi.
Il Torrente Strolla ed i freschi botri che solcano il rilievo sono l’habitat per anfibi come la rana italica, la rana agile ed il rospo comune. In questi ambienti nidifica un uccello localmente non comune, la ballerina gialla, la cui presenza, usualmente legata alle zone montane, indica la presenza di un microclima particolarmente fresco ed umido. Nelle vasche di acqua scavate nel basalto è possibile riconoscere alcune specie di pesci quali la piccola rovella dalle tipiche pinne rossastre ed il vairone.
Molte di queste specie animali sono oggi rare e minacciate, si invita pertanto a non disturbarle rimanendo sui sentieri segnalati, limitando al massimo i rumori e con i vostri cani al guinzaglio, non lasciando nessun tipo di rifiuto compresi quelli alimentari e facendo la massima attenzione soprattutto nel periodo primaverile della riproduzione.
Questa piccola riserva al confine tra il paesaggio agricolo della Val d’Era e le vaste foreste della Val di Cecina costituisce un vero gioiello di biodiversità vegetale ed animale da toccare con mano percorrendo un sentiero che gira tutto intorno a Montenero e che ne esplora gli angoli più nascosti. Con il dovuto rispetto per la quiete di questi luoghi ed habitat, è possibile avere incontri sia con la fauna tipica dell’ambiente boschivo sia con quella più legata agli ambienti agricoli, coltivati soprattutto a cereali e olivo. Tra i mammiferi degli ambienti forestali oltre al cinghiale sono diffusi l’istrice, la martora e lo scoiattolo; il capriolo frequenta invece zone più arbustive al margine del bosco mentre numerose sono le specie di uccelli, come colombaccio, fringuello, picchio rosso maggiore, rampichino e fiorrancino che trovano nei boschi l’habitat ideale.
Ai confini della riserva sono presenti invece specie di uccelli della cosiddetta “steppa cerealicola”, ovvero dei campi a cereali, come allodola, cappellaccia, averla piccola e averla capirossa.
Molte sono le specie che vivono per esigenze alimentari nelle zone di confine tra i boschi e i coltivi; qui è più probabile scorgere la maggior parte degli animali, tra questi anche i carnivori, come volpe, tasso, faina e puzzola.
È consigliato sostare nei tanti punti panoramici e buttare gli occhi verso l’alto, osservare il volo dei rapaci, soprattutto quelli diurni, come biancone, pecchiaiolo, gheppio, poiana e, talvolta, pellegrino; presenti anche rapaci notturni come allocco, assiolo, civetta e barbagianni.
A differenza di quanto accade nei grandi boschi, in questa piccola area protetta, l’osservazione della fauna è relativamente agevole grazie al suo variegato mosaico ambientale e alla densità delle specie presenti. Oltre a specie più vistose come mammiferi e uccelli, sono da segnalare anche numerosi rettili quali le lucertole, campestre e muraiola, il ramarro, la vipera, il biacco e il saettone. Si tratta di specie favorite dalla presenza di ambienti rupestri con rocce ben esposte, ove i rettili, animali a sangue freddo, possono agevolmente riscaldarsi.
Il Torrente Strolla ed i freschi botri che solcano il rilievo sono l’habitat per anfibi come la rana italica, la rana agile ed il rospo comune. In questi ambienti nidifica un uccello localmente non comune, la ballerina gialla, la cui presenza, usualmente legata alle zone montane, indica la presenza di un microclima particolarmente fresco ed umido. Nelle vasche di acqua scavate nel basalto è possibile riconoscere alcune specie di pesci quali la piccola rovella dalle tipiche pinne rossastre ed il vairone.
Molte di queste specie animali sono oggi rare e minacciate, si invita pertanto a non disturbarle rimanendo sui sentieri segnalati, limitando al massimo i rumori e con i vostri cani al guinzaglio, non lasciando nessun tipo di rifiuto compresi quelli alimentari e facendo la massima attenzione soprattutto nel periodo primaverile della riproduzione.
I percorsi della Riserva Naturale Montenero
1 - Francigena-Mare 04 Variante bici Montenero
2 - Francigena-Mare 01 San Gimignano – Volterra
L’aspetto ad “isola” della Riserva risulta ancora più evidente scoprendo passo dopo passo la geologia e la morfologia molto movimentata della zona fatta di continui saliscendi.
A Monte Nero, a tratti, è come camminare sul fondale di un antico oceano in formazione con eruzioni di vulcani sottomarini dove la lava raffreddandosi dava origine a queste scure rocce che abbiamo sotto i nostri piedi.
L’impervio rilievo del Monte Nero, i suoi versanti settentrionali e gran parte dell’alto bacino del Torrente Strolla sono infatti costituiti da rocce ofiolitiche; si tratta di frammenti di crosta oceanica del Giurassico, circa 180 milioni di anni fa, creatasi in seguito alla trasformazione di rocce profonde ed alla risalita ed al raffreddamento di magma lungo le fratture aperte sul fondo di un antico mare, così come avviene oggi lungo la dorsale medio atlantica.
A Monte Nero affiora soprattutto una tipologia particolare di ofioliti , il basalto , roccia effusiva di vulcani sottomarini di colore scuro che va dal rosso-marrone al nero, che ben contrasta con colori chiari dei calcari e dalle argille circostanti e da cui ha origini il toponimo Monte Nero.
Questa isola di roccia, immersa nelle più recenti colline argillo-sabbiose plioceniche, sottolinea la stretta relazione tra la natura dei terreni e le forme dei rilievi, più accidentati ed emergenti nella porzione interna alla Riserva, più dolci nelle zone circostanti. Questi aspetti risultano evidenti percorrendo il sentiero interno alla Riserva che, aggirato il Monte Nero da est, scende nell’impervio vallone del Torrente Strolla, la cui azione erosiva sulle lave basaltiche, ha creato un prezioso ambiente naturale.
Percorrendo il sentiero che si addentra nella gola si giunge ad un suggestivo salto d’acqua di circa 30 m, detto l’”Acqua cascata”. Rupi isolate, versanti detritici in erosione e pareti verticali creano la cornice per alcune suggestive cascatelle e per un peculiare ambiente di forra ove trovano habitat ideale numerose specie di serpentinofite, cioè piante che si sono adattate od evolute in queste particolari condizioni di suolo. In destra idrografica del Torrente Strolla il rilievo di Poggio Casalone si differenzia, in relazione alla sua natura calcarea, dal circostante territorio, costituendo un piccolo altopiano dove i suggestivi affioramenti rocciosi rappresentavano una imponente difesa naturale per il Castello medievale della Nera.
Alcune segnalazioni di storici locali e geografi del XVI-XVII sec. parlano di epoche passate in cui “è volgata fama che di qui si cavasse l’oro”, ma molto probabilmente si tratterebbe di Marcasite, un solfuro di ferro, o minerali di rame con colorazioni metalliche simili all’oro sicuramente presenti in queste rocce e ricercate senza successo nell’800.
Le nere ofioliti di Monte Nero sono poi state cavate ed utilizzate in passato come materiale edile decorativo di alcune opere architettoniche di Volterra come il Duomo, definendole erroneamente marmo nero.
L’aspetto ad “isola” della Riserva risulta ancora più evidente scoprendo passo dopo passo la geologia e la morfologia molto movimentata della zona fatta di continui saliscendi.
A Monte Nero, a tratti, è come camminare sul fondale di un antico oceano in formazione con eruzioni di vulcani sottomarini dove la lava raffreddandosi dava origine a queste scure rocce che abbiamo sotto i nostri piedi.
L’impervio rilievo del Monte Nero, i suoi versanti settentrionali e gran parte dell’alto bacino del Torrente Strolla sono infatti costituiti da rocce ofiolitiche; si tratta di frammenti di crosta oceanica del Giurassico, circa 180 milioni di anni fa, creatasi in seguito alla trasformazione di rocce profonde ed alla risalita ed al raffreddamento di magma lungo le fratture aperte sul fondo di un antico mare, così come avviene oggi lungo la dorsale medio atlantica.
A Monte Nero affiora soprattutto una tipologia particolare di ofioliti , il basalto , roccia effusiva di vulcani sottomarini di colore scuro che va dal rosso-marrone al nero, che ben contrasta con colori chiari dei calcari e dalle argille circostanti e da cui ha origini il toponimo Monte Nero.
Questa isola di roccia, immersa nelle più recenti colline argillo-sabbiose plioceniche, sottolinea la stretta relazione tra la natura dei terreni e le forme dei rilievi, più accidentati ed emergenti nella porzione interna alla Riserva, più dolci nelle zone circostanti. Questi aspetti risultano evidenti percorrendo il sentiero interno alla Riserva che, aggirato il Monte Nero da est, scende nell’impervio vallone del Torrente Strolla, la cui azione erosiva sulle lave basaltiche, ha creato un prezioso ambiente naturale.
Percorrendo il sentiero che si addentra nella gola si giunge ad un suggestivo salto d’acqua di circa 30 m, detto l'”Acqua cascata”. Rupi isolate, versanti detritici in erosione e pareti verticali creano la cornice per alcune suggestive cascatelle e per un peculiare ambiente di forra ove trovano habitat ideale numerose specie di serpentinofite, cioè piante che si sono adattate od evolute in queste particolari condizioni di suolo. In destra idrografica del Torrente Strolla il rilievo di Poggio Casalone si differenzia, in relazione alla sua natura calcarea, dal circostante territorio, costituendo un piccolo altopiano dove i suggestivi affioramenti rocciosi rappresentavano una imponente difesa naturale per il Castello medievale della Nera.
Alcune segnalazioni di storici locali e geografi del XVI-XVII sec. parlano di epoche passate in cui “è volgata fama che di qui si cavasse l’oro”, ma molto probabilmente si tratterebbe di Marcasite, un solfuro di ferro, o minerali di rame con colorazioni metalliche simili all’oro sicuramente presenti in queste rocce e ricercate senza successo nell’800.
Le nere ofioliti di Monte Nero sono poi state cavate ed utilizzate in passato come materiale edile decorativo di alcune opere architettoniche di Volterra come il Duomo, definendole erroneamente marmo nero.
I percorsi della Riserva Naturale Montenero
1 - Francigena-Mare 04 Variante bici Montenero
2 - Francigena-Mare 01 San Gimignano – Volterra
3 - Via del sale e paesaggi dell'Alta Val d'Era
4 - L'anello della Riserva Naturale di Montenero
Siamo in Alta Valdera nel bacino idrografico del fiume Era, a sua volta tributario del fiume Arno. Il torrente Strolla ha solcato profondamente nel corso dei millenni questi aspri rilievi della Riserva nel suo tratto più a monte, l’erosione ha messo a nudo le rocce scure dei basalti, la cui natura lavica risulta evidente nell’affioramento di masse rocciose tondeggianti a cuscini.
Il paesaggio di questa stretta valle è suggestivo ed inaspettato ed appare ai nostri occhi come un quadro selvaggio ed inaccessibile di grande spettacolarità; il sentiero che percorre la Riserva si fa improvvisamente “montano” ed angusto ed è dominato da versanti scoscesi ed impervi con pittoresche cascatelle che si susseguono in un ambiente ad elevata naturalità.
Il torrente attraversa più a monte ampie aree boscate mentre qui scorre incassato tra le ripidi pareti rocciose dominate da un caratteristico sperone roccioso detto il “dente di Montenero”, per cui le sue acque risultano limpide ed incontaminate.
In queste profonde gole la presenza di un microclima fresco ed umido tipico di zone più montane ha favorito la presenza di specie vegetali ed animali più esigenti di tale condizione.
Alcune anse del torrente ospitano piccoli nuclei di salice rosso e salice bianco, giunchi e scirpi, oltre ad esemplari di canapa acquatica e di menta acquatica, mentre sulle pareti rocciose vegetano numerose specie di felci come i polipodi e il capelvenere le cui delicate fronde, con foglioline cuneiformi di un verde chiaro , meritano il riferimento alla chioma di Venere, dea della bellezza. Più in alto le calde pareti rocciose ospitano numerose specie degli ambienti aridi come il mirto, la ginestrella, il lentisco, alcune piante grasse come i Sedum, specie aromatiche come elicriso e camedrio e le belle fioriture della campanula toscana ma anche quelle di un alberello rupestre, il maggiociondolo, che a maggio ci regala sprazzi di giallo dei suoi grappoli fioriti.
Per godere a pieno della bellezza dell’ambiente del corso d’acqua si consiglia una visita a primavera o inizio estate per la presenza ancora sufficiente di acqua; si ricorda però che questo è anche il periodo particolarmente delicato per la riproduzione soprattutto di uccelli ed anfibi.
IMPORTANTE: I corsi d’acqua possono essere raggiunti solo in prossimità dei sentieri segnalati. Per motivi di conservazione degli habitat e sicurezza è vietata la risalita di tutti i corsi d’acqua. Risalite ed escursioni guidate possono essere autorizzate dall’Ufficio Regionale che gestisce le Riserve.
Siamo in Alta Valdera nel bacino idrografico del fiume Era, a sua volta tributario del fiume Arno. Il torrente Strolla ha solcato profondamente nel corso dei millenni questi aspri rilievi della Riserva nel suo tratto più a monte, l’erosione ha messo a nudo le rocce scure dei basalti, la cui natura lavica risulta evidente nell’affioramento di masse rocciose tondeggianti a cuscini.
Il paesaggio di questa stretta valle è suggestivo ed inaspettato ed appare ai nostri occhi come un quadro selvaggio ed inaccessibile di grande spettacolarità; il sentiero che percorre la Riserva si fa improvvisamente “montano” ed angusto ed è dominato da versanti scoscesi ed impervi con pittoresche cascatelle che si susseguono in un ambiente ad elevata naturalità.
Il torrente attraversa più a monte ampie aree boscate mentre qui scorre incassato tra le ripidi pareti rocciose dominate da un caratteristico sperone roccioso detto il “dente di Montenero”, per cui le sue acque risultano limpide ed incontaminate.
In queste profonde gole la presenza di un microclima fresco ed umido tipico di zone più montane ha favorito la presenza di specie vegetali ed animali più esigenti di tale condizione.
Alcune anse del torrente ospitano piccoli nuclei di salice rosso e salice bianco, giunchi e scirpi, oltre ad esemplari di canapa acquatica e di menta acquatica, mentre sulle pareti rocciose vegetano numerose specie di felci come i polipodi e il capelvenere le cui delicate fronde, con foglioline cuneiformi di un verde chiaro , meritano il riferimento alla chioma di Venere, dea della bellezza. Più in alto le calde pareti rocciose ospitano numerose specie degli ambienti aridi come il mirto, la ginestrella, il lentisco, alcune piante grasse come i Sedum, specie aromatiche come elicriso e camedrio e le belle fioriture della campanula toscana ma anche quelle di un alberello rupestre, il maggiociondolo, che a maggio ci regala sprazzi di giallo dei suoi grappoli fioriti.
Per godere a pieno della bellezza dell’ambiente del corso d’acqua si consiglia una visita a primavera o inizio estate per la presenza ancora sufficiente di acqua; si ricorda però che questo è anche il periodo particolarmente delicato per la riproduzione soprattutto di uccelli ed anfibi.
IMPORTANTE: I corsi d’acqua possono essere raggiunti solo in prossimità dei sentieri segnalati. Per motivi di conservazione degli habitat e sicurezza è vietata la risalita di tutti i corsi d’acqua. Risalite ed escursioni guidate possono essere autorizzate dall’Ufficio Regionale che gestisce le Riserve.
I percorsi della Riserva Naturale Montenero
1 - Francigena-Mare 04 Variante bici Montenero
2 - Francigena-Mare 01 San Gimignano – Volterra
Percorrendo il sentiero principale della Riserva è possibile attraversare un paesaggio ricco di testimonianze storiche, ove il paesaggio agricolo, le antiche strade etrusche, i poderi, i resti di pievi e castelli costituiscono un unicum con le risorse naturalistiche e paesaggistiche.
Situata all’apice della splendida Valle del torrente Strolla, poco fuori dal perimetro della Riserva, appare la Pieve detta della Nera, sorta intorno all’anno Mille e dedicata a San Giovanni Battista. L’edificio religioso, realizzato con le tipiche rocce verdi, costituiva un centro di grande importanza nell’antica ed estesa diocesi di Volterra. Poco prima della Pieve, lungo un importante strada etrusca e poi medievale, si trova la leggendaria Fonte del Latte, la cui acqua, secondo la tradizione popolare, aveva la proprietà di garantire il latte alle gestanti che l’avessero bevuta.
Sulla cima rocciosa del vicino Poggio Casalone, quasi a voler dominare il territorio della Riserva, è possibile raggiungere i pochi resti ancora visibili del castello medievale della Nera.
La strada bianca su cui si affacciano pieve, castello e fonte rappresentò nel medioevo un importante raccordo stradale fra la via Volterrana nord (verso Firenze) e quella sud (verso Siena). Queste importanti arterie di comunicazione e di commercio, dal X secolo, costituirono importanti vie del sale (come la Salaiola) in grado di collegare le saline sul Fiume Cecina , con Volterra, la val d’Elsa e Firenze. Il vicino oratorio di Sant’Ottaviano, primo sepolcro del santo eremita protettore di Volterra, è stato di grande importanza nel medioevo perché il Comune di Volterra vi teneva i depositi del sale.
Verso sud, oltrepassata la pieve, un antico tracciato permette di raggiungere il Podere Cafaggiolo e, più a sud la Villa di Ulignano, costruita nel XVII secolo dall’ammiraglio Jacopo Inghirami sulle rovine di un antico castello e la Villa di Scopicci, entrambe dominate dalla mole del Monte Nero.
Percorrendo il sentiero principale della Riserva è possibile attraversare un paesaggio ricco di testimonianze storiche, ove il paesaggio agricolo, le antiche strade etrusche, i poderi, i resti di pievi e castelli costituiscono un unicum con le risorse naturalistiche e paesaggistiche.
Situata all’apice della splendida Valle del torrente Strolla, poco fuori dal perimetro della Riserva, appare la Pieve detta della Nera, sorta intorno all’anno Mille e dedicata a San Giovanni Battista. L’edificio religioso, realizzato con le tipiche rocce verdi, costituiva un centro di grande importanza nell’antica ed estesa diocesi di Volterra. Poco prima della Pieve, lungo un importante strada etrusca e poi medievale, si trova la leggendaria Fonte del Latte, la cui acqua, secondo la tradizione popolare, aveva la proprietà di garantire il latte alle gestanti che l’avessero bevuta.
Sulla cima rocciosa del vicino Poggio Casalone, quasi a voler dominare il territorio della Riserva, è possibile raggiungere i pochi resti ancora visibili del castello medievale della Nera.
La strada bianca su cui si affacciano pieve, castello e fonte rappresentò nel medioevo un importante raccordo stradale fra la via Volterrana nord (verso Firenze) e quella sud (verso Siena). Queste importanti arterie di comunicazione e di commercio, dal X secolo, costituirono importanti vie del sale (come la Salaiola) in grado di collegare le saline sul Fiume Cecina , con Volterra, la val d’Elsa e Firenze. Il vicino oratorio di Sant’Ottaviano, primo sepolcro del santo eremita protettore di Volterra, è stato di grande importanza nel medioevo perché il Comune di Volterra vi teneva i depositi del sale.
Verso sud, oltrepassata la pieve, un antico tracciato permette di raggiungere il Podere Cafaggiolo e, più a sud la Villa di Ulignano, costruita nel XVII secolo dall’ammiraglio Jacopo Inghirami sulle rovine di un antico castello e la Villa di Scopicci, entrambe dominate dalla mole del Monte Nero.
I percorsi della Riserva Naturale Montenero
1 - Francigena-Mare 04 Variante bici Montenero
2 - Francigena-Mare 01 San Gimignano – Volterra