Perso in un panorama aspro e brullo, contraddistinto dalle crete, l’oratorio di Sant’Ottaviano prende il nome dal Santo eremita che qui dimorò – si dice all’interno del cavo di un albero – profugo dall’Africa, nel VI secolo. L’ambiente anche oggi ben si concilia con lo spirito di raccoglimento e il desiderio di pace. Alla morte del sant’uomo fu costruita, nel luogo dove visse, una piccola chiesa, di cui oggi si ammirano le vestigia. Alcuni secoli dopo il corpo di Ottaviano fu traslato a Volterra, ed oggi riposa nella Cattedrale di Volterra. Posto sulla via Salaiola verso Firenze, durante il medioevo, vi veniva riscossa la gabella da parte del Comune di Volterra che vi teneva un magazzino per il deposito del sale.
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