Non è certo a quali tesori il toponimo si riferisca; i luoghi sono comunque conosciuti per attività minerarie sicuramente a partire dal medioevo soprattutto riguardo ai depositi di argento nel Botro del Confine. L’esposizione dei versanti e la fertilità del suolo hanno favorito la presenza di alti boschi dominati dal cerro utilizzati nel secolo scorso per ricavare legname; l’ampia radura oramai invasa da arbusti nella quale termina la carrareccia degli Scrigni costituiva infatti un “imposto” della legna, ovvero il piazzale dove veniva accatastata pima del trasporto.

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